Il colpo di genio del Capitone: costruire il ponte per far lavorare l’ILVA. Una strampalata interconnessione.

Il proverbio recita “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. Espressione del tutto confacente alla Lega Nord per l’indipendenza della padania. Infatti la Lega Nord perde il Nord (dal nome), ma non il vizio. Quello di fottere il Sud. In questi 30 anni ha avuto successo, complici i suoi omologhi del Partito Democratico e gli ascari meridionali di ogni ordine e grado. Ci riprova adesso con una delle sue tecniche migliori: quella dell’osso!

Il segretario Salvini a “Mezz’ora in più”, prima, e a “L’aria che tira”, poi, sostiene tenacemente il progetto ponte. Ritiene, il genio, che la sua realizzazione prenderebbe due piccioni con una fava: collegamento stabile tra Sicilia e Calabria, oltre che commesse di lavoro per anni all’ex Ilva. Dunque, cari meridionali, eccovi l’osso che volevate. Occupate pure il vostro tempo e le vostre energie a morderlo inutilmente. E intanto, mentre voi sarete impegnati in cotanta inutilità, io, Salvini, al Parlamento Europeo voto a favore della bistecca Recovery Fund. Ora che Giorgetti è ministro posso farlo e la fagocito tutta…al Nord ovviamente!

Solo che, proverbio per proverbio, Salvini ha fatto i conti senza l’oste. L’epoca del “sì padrone” a Sud è terminata da un pezzo. Noi siamo ben consapevoli del fatto che un ponte fine a sé stesso piazzato nel bel mezzo dello stretto non risolva nulla. Non risolve la carenza di infrastrutture e men che meno Taranto.

Costruire il ponte per poi avere linee ferroviarie da 100 km/h risolverà esclusivamente i problemi di liquidità delle aziende padane che gestiranno l’appalto.

La bistecca, caro Salvini, la vogliamo noi perché è nostra; l’Europa lo mette nero su bianco elencando i criteri per i quali l’Italia è destinataria di 209 miliardi. Costruire il ponte per poi avere linee ferroviarie da 100 km/h risolverà esclusivamente i problemi di liquidità delle aziende padane che gestiranno l’appalto e che certamene ne faranno lievitare i costi di anno in anno per arraffare quanto più possibile. Una tecnica ben collaudata con l’alta velocità a Nord e che conoscete alla perfezione.

Non risolve, inoltre, Taranto dove una simile quantità di acciaio, come del resto sostiene in un suo comunicato l’associazione “Giustizia per Taranto”, sarebbe prodotta in tre o quattro settimane… altro che anni. L’unica soluzione per l’ex ILVA è, come chiedono gli stessi tarantini, la sua chiusura e la bonifica delle aree contaminate. Solo così le vite dei bambini del Tamburi riacquisterebbero il significato al quale hanno diritto.

Noi teniamo bene a mente che l’unica via per la ripresa passa per il diritto costituzionale all’equità, per il quale lottiamo e che invece quelli come Salvini disprezzano.

Così come avrà senso il ponte se contemporaneamente verrà costruita l’alta velocità fino in Sicilia, da un versante, e fino in Puglia, dall’altro. Avrà senso, se verrà progettata e implementata una efficace interportualità con l’infrastrutturazione di Gioia Tauro e del suo retroporto (tanto per cominciare) e una rete stradale ed autostradale degna di questo nome. Questo è lo scopo del Recovery Fund e la sua svolta europeista di comodo, caro Matteo, dovrebbe insegnarglielo.

Noi, invece, che i compiti a casa li facciamo sempre, teniamo bene a mente che l’unica via per la ripresa passa per il diritto costituzionale all’equità, per il quale lottiamo e che invece quelli come lei disprezzano ritenendo che sia sufficiente un contentino, un osso, per tenerci buoni.

I terroni da cortile, quelli che militano con lei o che la votano anche a Sud, se li tenga pure stretti. La nostra gente, le nostre vite, la nostra dignità non la comprerete con un ponte a tutti i costi, perché noi vogliamo Equità a tutti i costi!

d.A.P.

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