Avete letto benissimo il titolo. Ora leggete il fatto. Il giudice di Trento Carlo Ancona, si è rivolto in questo modo all’avvocato palermitano Stefano Giordano che tentava di fare la sua arringa in tribunale. Il fatto è accaduto lo scorso 19 settembre e i giornali locali si sono affrettati a dire che non si tratta di razzismo, ma di reazione al comportamento scorretto dell’avvocato. Anzi hanno fatto ancora di più: hanno scritto che le origini del giudice sono marchigiane e lui proviene dall’Abbruzzo. Sostanzialmente ne sono usciti puliti ancora una volta.

Avete sentito notizia di questo episodio sui telegiornali? Credo di no. Il motivo è chiaro. Pensate se fosse avvenuto il contrario. Insomma ancora una volta “cornuti e mazziati” perché al nord il razzismo nei confronti del Sud non esiste e se esiste è reazione al comportamento non lecito di chi lo subisce oppure sono le stesse persone meridionali che se ne macchiano.

Il vero guaio, in realtà, è che ci hanno privato della nostra identità, della nostra dignità, del nostro orgoglio, per cui se una persona dal Sud si sposta al nord per lavorare, si sente migliore di un suo conterraneo che rimanendo nei luoghi natii, ugualmente lavora, tra mille difficoltà; ecco spiegato il motivo per il quale ci si sente in diritto di proferire simili esternazioni.

Intanto il caso arriva al CSM e, se posso permettermi, io trasferirei il giudice Ancona, al tribunale di Palermo: sarebbe una pena asburgicamente esemplare!

d.A.P.

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