Lo scorso 13 novembre una cerimonia a cui ha presenziato anche il ministro Del Rio, ha inaugurato l’interconnessione A 35 (BreBeMI) con la A4 (Torino-Trieste). Opera finanziata con fondi pubblici, manco a dirlo, è costata 57,9 milioni di euro su un tratto di 5,64 km realizzati. Ad aprile 2017 i dati relativi alla Brebemi, parlavano di un traffico giornaliero di 20 mila veicoli contro i 50 mila preventivati. Nel 2016 il bilancio della concessionaria (Brebemi spa) ha chiuso per terza volta consecutiva in perdita: 50 mln di incasso, 90 di mutuo annuale e 9 di spese di esercizio. I debiti? Già messi in conto nei bilanci statali. E per evitare l’insolvenza in due anni Brebemi ha ricevuto 320 milioni di contributi pubblici extra.

A Sud invece le strade mancano e le nuove cedono, tre le altre cause, per le infiltrazioni d’acqua. Le ragioni non sono da ricercare nelle poche risorse destinate al loro risanamento o realizzazione, ma tra “le altre vie” prese dagli stanziamenti; e quello che resta è insufficiente a garantirne la corretta realizzazione. In Calabria, per esempio, mentre l’Anas approvava lo scorso ottobre i 1.234 milioni per la realizzazione del terzo Megalotto della statale calabro-jonica 106, in un tratto del secondo lotto, della stessa strada, nel catanzarese, si verificava lo scorso sabato il totale cedimento di una rampa di decelerazione. Ultimo di una serie di crolli per i quali la magistratura sta indagando, sospettando l’utilizzo di materiali scadenti e difetti di progettazione. E dire che su quella rampa si era intervenuti per il risanamento un mese fa a causa di infiltrazioni di acqua che avevano aperto vistose crepe. Un vecchio vizio, quello statale, che al sud manda soldi, senza poi occuparsi di come vengano spesi, lasciando tutto nelle mani di amministrazioni locali colluse e corrotte. E chi dovrebbe controllare, lo sa bene! Sono trent’anni che la classe politica parla della realizzazione di un collegamento tra l’Adriatico e lo Jonio del versante Calabrese. Un progetto utile, nato concretamente undici anni fa e terminato nel 2011. Dei risultati vi ho appena parlato.

il riassunto della politica infrastrutturale italiana quindi è sintetizzabile con il fatto che a nord si fanno opere inutili che generano perdite ingenti; mentre al Sud le opere necessarie sono sovrafinanziate e realizzate male, con eguale sperpero di denaro. Chi paga? Marzullo conosce la risposta!

E non va meglio per le ferrovie! Infatti il Sud è condannato a vivere di trasporto su gomma su strade fatiscenti. Qualche dato: la popolazione del Nord, dati ISTAT del 1/1/2017, è di 27 milioni 740 mila 984 unità. Quella del Sud è di 19 milioni 127 mila 802 unità. La superficie del nord è pari a 120.255,83 kmq quella del Sud è di 99.631,95 kmq. Il nord ha 3.577 km di autostrade ed un totale di collegamenti stradali pari a 59.512 km; il Sud ha 2.310 km di autostrade ed un totale di collegamenti stradali pari a 54.353 km. I numeri ci dicono che su una differenza di circa 20 mila kmq il nord ha 1267 km di autostrada in più rispetto al sud; tutto il centro ne ha 1254 km; e ci dicono che su 20 mila kmq di differenza il sud ha solo 5.159 km in meno di altri collegamenti stradali (non autostrade) rispetto al nord. Cosa significa? Che da noi si preferisce costruire strade e non autostrade, perché la manutenzione delle ultime costerebbe troppo al bilancio statale dovendo essa essere realizzata secondo standard ben definiti; invece diventa più “comodo” affidare tutto all’ANAS che deve fare di necessità virtù! Insomma la manutenzione fa la differenza! Il 14 novembre scorso Trenitalia annunciava i potenziamenti dei collegamenti con le “Frecce” sulle seguenti tratte: Roma-Milano; Milano-Venezia; Roma-Venezia; Torino-Venezia; Firenze-Milano; Genova-Roma; Roma-Bolzano; Roma –Napoli-Reggio Calabria. Quanti collegamenti al Sud? Uno! Perché? Perché l’alta velocità si ferma a Napoli. E il resto del Sud? Bari, Lecce, Matera, la stessa Reggio Calabria alla quale si arriva con treni “normali”? Non esistono! Trenitalia dice che non c’è domanda. Tuttavia al Sud non c’era domanda neanche prima della realizzazione della SA-RC; poi il parco macchine del Sud si è incrementato fino a diventare maggiore di quello del Nord! La domanda, quindi, si può anche creare. E certamente non si crea con i 181 km di AV presenti al sud (soltanto in Campania) contro gli 846 del Nord (Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte) e i 323 del Centro (Toscana e Lazio). E il Sud primeggia anche per le linee a binario unico (3577 km) e per le linee non elettrificate (1963 km). E invece di considerare un potenziamento delle ferrovie, si stanziano mille miliardi per strade che crollano poco dopo essere state aperte. Lecce, città stupenda, non è raggiungibile se non con una statale o un regionale; Bari almeno ha l’autostrada; Matera patrimonio mondiale dell’UNESCO e designata Capitale della cultura per il 2019 (tra un anno!) non ha né l’una né l’altra: come ci arriveranno i turisti? In Autobus. Si perché in assenza dei treni, le zone intorno alla Salerno Reggio Calabria e dalla Lucania e Campania fino in Puglia (senza considerare Abruzzo e Molise) brulicano di autolinee private che di questo handicap hanno fatto un business, circolando su strade grissino! Forse che lo stato e le regioni hanno paura di interferire in questo business? L’immobilismo delle istituzioni genera altro immobilismo nelle imprese che si accontentano per quello che hanno ché a “competere” sul loro territorio non c’è nessuno!

Ecco appunto: al Sud non c’è nessuno! Questo è, in sintesi, il motivo di tante carenze.

d.A.P.

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