15 mila contagi in 24 ore, nessun provvedimento degno di nota. L’ingordigia di pochi prevarica le esigenze di molti.

“È il buon senso che ci rende uomini, William”. Le parole che il padre rivolge al giovane William Wallace (in Braveheart di Mel Gibson) esprimono il giudizio più adeguato alla situazione che stiamo vivendo.

I contagi in Italia hanno superato le 15 mila unità in 24h; la Lombardia sfonda quota 4 mila e la Campania è terza con 1760. La seconda ondata, come previsto dai virologi, è arrivata e si fa sentire. Certo in rapporto ai tamponi la percentuale si mantiene lontana dal quel 46% di inizio lockdown quando eravamo sprovveduti di fronte alla “novità” coronavirus.

Tuttavia i numeri sono alti e magari se i 177 mila tamponi di ieri fossero stati effettuati anche a marzo il rapporto sarebbe stato lo stesso (8,55%) a fronte però di un numero di contagiati comunque elevato. E certamente non basta a sollevarci il morale, pur nella sua drammaticità, l’ancora esiguo numero di morti (127) che però da inizio settembre è in costante crescita. Le terapie intensive sono di nuovo piene e il tracciamento dei contagi è fuori controllo specialmente in Lombardia.

Vai di coprifuoco, di restrizioni, di chiusure anticipate. Mezze misure adottate per salvaguardare una caratteristica inarrestabile, e che tale deve rimanere, della società nella quale viviamo: la finanziarizzazione.

Insomma il buonsenso, quello che ci rende uomini, invocherebbe un nuovo lockdown generale e nuove misure per le fasce più deboli. E invece no…si preferisce l’approccio soft. Vai di coprifuoco, di restrizioni, di chiusure anticipate. Mezze misure adottate per salvaguardare una caratteristica inarrestabile, e che tale deve rimanere, della società nella quale viviamo: la finanziarizzazione.

La sociologa Greta Krippner la definisce come “uno schema di accumulazione in cui i profitti derivano in misura sempre maggiore dai canali finanziari piuttosto che dalla produzione e dal commercio di beni”.  In altre parole la prevalenza della volatilità del mercato sull’economia reale, ha trasformato le nostre vite senza che noi ce ne accorgessimo rendendole altrettanto volatili, cioè prive di un interesse reale e costante. Diventa più importante il profitto immediato, piuttosto che la pianificazione di un bene comune; una lezione che il Mezzogiorno d’Italia ha imparato, ancora una volta, a proprie spese in questo sciagurato periodo.

Abbiamo visto, infatti, come il lockdown di marzo abbia dovuto “necessariamente” interessare tutto il paese quando il buonsenso, quello che ci rende uomini, suggeriva una chiusura parziale per tutelare la sua parte più fragile (che era anche quella meno colpita dalla pandemia); abbiamo visto come per aprire anche a Sud, si sia dovuto attendere il calo di contagi e morti nel nord “produttivo”, quando il buonsenso, quello che ci rende uomini, suggeriva una riapertura scaglionata da Sud a nord della quale avrebbero beneficiato tutti; abbiamo visto come i “produttivi” avvoltoi di Confindustria, coadiuvati dai loro ministri al governo, abbiano tentato di appropriarsi dei fondi del New Generation Eu, quando il buonsenso, quello che ci rende uomini, reclamava un riparto totalmente differente di quelle risorse (e la partita è ancora aperta).

L’uomo contemporaneo è finito in schiavitù. È schiavo del suo stesso potere che lo pone al di sopra di altri schiavi che quel potere non ce l’hanno e quindi sono sacrificabili affinché nulla cambi nelle mani di pochi.

E adesso che il buonsenso, quello che ci rende uomini, imporrebbe una chiusura generale a fronte di una situazione drammatica che coinvolge tutto il paese, assistiamo a tentativi di contenimento localizzato attraverso misure parziali che sulla base dei numeri attuali potrebbero rivelarsi insufficienti.

Se è vero com’è vero, dunque, che il buonsenso ci rende uomini, allora di fronte a tutto ciò vien da chiedersi dove sia finito l’uomo!

In Braveheart la principessa Isabella offriva a Wallace, da parte del Plantageneto, terre e titoli per sospendere i suoi attacchi che lo avevano portato a conquistare York, sostenendo che “la pace si fa in questo modo”. La risposta fu: “gli schiavi si fanno in questo modo!”

Ecco, l’uomo contemporaneo è finito in schiavitù. È schiavo del suo stesso potere che lo pone al di sopra di altri schiavi che quel potere non ce l’hanno e quindi sono sacrificabili affinché nulla cambi nelle mani di pochi.

Noi a Sud questa storia la conosciamo bene con tutte le sue secolari sfaccettature, ma sembra proprio che chi ci governa, ed è a sua volta governato, voglia ulteriormente estendere questa consapevolezza a tutto il paese affinché siano altri a pagare il prezzo della loro incompetenza e soprattutto della loro ingordigia.

d.A.P.

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