All’Italia servono statisti. Bonomi si autocandida.

In Italia, e solo in Italia, il Covid-19 è come il miele per le api. Ci si tuffano tutti alla ricerca del minuto di notorietà: virologi, politici, economisti e affini più o meno noti, che propongono, un ora sì e l’altra pure, soluzioni e analisi ognuna diverse tra loro.
Non fa eccezione Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, che dalla sua elezione lo scorso maggio non ha fatto altro che dispensare ricette per la ripresa economica e che in una recente intervista a Sky Tg 24, riportata da Il Sole 24 ore, biasima il governo per averlo lasciato da solo a predicare nel deserto.

Quando si è in guerra, perché lo siamo, non si cambia il timoniere a meno che tu non abbia Winston Churchill nel cilindro. E, per dirla tutta, se Bonomi si crede Churchill, io allora sono Topolino!


Non vede “decisioni rapide e condivise”, Bonomi. Tuttavia le decisioni rapide già di loro non prevedrebbero una condivisione e quando ha tentato di condividerle, il governo ha ricevuto critiche (distruttive) da parte di tutti coloro, Bonomi in primis, che avevano e hanno “la soluzione” magica. Soluzione che permetterebbe a ognuno di loro di raggiungere il proprio scopo: ergersi a salvatore della patria dimostrando la presunta incapacità di chi ci governa. Ecco, questa è la concezione che Bonomi, in buona compagnia per carità, ha della condivisione: fottere il governo e con esso gli italiani! Quando si è in guerra, perché lo siamo, non si cambia il timoniere a meno che tu non abbia Winston Churchill nel cilindro. E, per dirla tutta, se Bonomi si crede Churchill, io allora sono Topolino!
Il novello statista Sir Winston, mai avaro di teoremi e teorie, si cimenta poi con la frattura della coesione sociale e propone la soluzione attraverso “misure serie, rapide e condivise”. È sufficiente, quindi, sostituire “decisioni” con “misure” e aggiungere “serie” a “rapide e condivise” et voilà, il gioco è fatto; come se la decisione “unilaterale” del governo di bloccare i licenziamenti non sia stato un serio intervento in favore della coesione sociale.
Del resto Bonomi ha ragione: buttare un po’ di gente in mezzo alla strada risulterebbe in un grande fenomeno di coesione sociale: le “coese” e quotidiane proteste dei lavoratori sotto Palazzo Chigi, alla faccia degli assembramenti!
E, non da ultimo, sarebbe certamente utile chiedere anche i 37 miliardi del MES da utilizzare per gli investimenti sulla sanità in modo da fare en plein di scandali in Lombardia!
Fait vos jeux, monsieurs, le jeux son fait!

Gli statisti, quelli veri, avrebbero a cuore il bene comune e non il tornaconto proprio o della categoria che rappresentano.


Caro Presidente, purtroppo, qualora non se fosse accorto, di statisti in Italia se n’è persa traccia da 25 anni a questa parte e non saranno varie, quanto improbabili, autocandidature a farli tornare.
Gli statisti, quelli veri, avrebbero a cuore il bene comune e non il tornaconto proprio o della categoria che rappresentano. L’esecutivo ha sicuramente commesso errori nel lasciarsi ingenuamente sorprendere dalla seconda ondata, tuttavia i suoi “suggerimenti” danno la costante impressione di perseguire un progetto preciso: screditare il governo per sostituirlo con uno che esegua ciò che mamma Confindustria comanda.
Mi ricorda vagamente Barbero: un medievista al quale hanno chiesto di studiare il risorgimento per dire che il Sud era brutto e cattivo e che i Piemontesi lo hanno salvato dalla rovina. Vale a dire dimostrare l’indimostrabile.
d.A.P.

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