Conte vuole dare un segnale, ma sarà il nostro quello definitivo!

La notizia è di quelle da buttarcisi a capofitto. L’esecutivo vuole inviare l’esercito a Napoli per la tenuta dell’ordine pubblico. E le televisioni e i giornaloni non se lo sono fatti ripetere. Vai di speciali e prime pagine. È partito lo sputtaNapoli! E riesce a far presa su di un governo quanto mai complice.

Avete forse visto Conte e Di Maio passeggiare sul lungomare di Napoli o girare per i nosocomi regionali? Eppure a Sud la situazione è grave, certo, come nel resto d’Italia con una piccola differenza (fondamentale per alcuni): noi siamo il Sud e siccome qui ci sono in ballo un sacco di soldi, bisogna trovare il modo di non meritarceli!

“Siamo lo stato, dobbiamo dare un segnale forte!” ha solennemente pronunciato il premier in ossequio al potere lombardo-tosco-padano, con quel tono severo di altri tempi ascrivibile ad un vecchio patriarca. Tuttavia la traduzione suona come una minaccia: “Dobbiamo porre fine alle pretese dei rompiscatole meridionali”. E si sa, come accade nei migliori regimi, le pretese vengono interrotte inviando eserciti e facendo circolare fake news. Secondo l’esecutivo, infatti, i dati campani sarebbero “truccati” e le fotografie che giungono dal lungomare di Napoli allarmanti. Parametri interessanti, sintomatici del livello di competenza con il quale i nostri “conterranei” amministrano a Sud: condizionali e immagini. Avete forse visto Conte e Di Maio passeggiare sul lungomare di Napoli o girare per i nosocomi regionali? Eppure a Sud la situazione è grave, certo, come nel resto d’Italia con una piccola differenza (fondamentale per alcuni): noi siamo il Sud e siccome qui ci sono in ballo un sacco di soldi, bisogna trovare il modo di non meritarceli! Tuttavia, gli unici problemi di ordine pubblico che il governo centrale potrebbe avere qui, sono figli dell’emergenza sociale di cui esso stesso è responsabile avendoci riservato nei decenni un trattamento che neanche all’Irlanda colonia inglese! Siamo lo stato dice Conte, certo, e noi siamo la colonia e come tale ci ribelliamo a un secolo e mezzo di schiavitù a servizio dei ladri che chiamano ladri i derubati. Conte vuole dare un segnale…un segnale che qui attendiamo da tanto, troppo tempo. Ha guardato i dati della Lombardia, il presidente del consiglio? Si è forse preoccupato delle vetrine rotte e dei negozi saccheggiati in Piemonte? Non gli sono pervenute foto dai navigli o dalle piazze parmensi? Purtroppo lui guarda i telegiornali nazionali “occupati” e legge il Corriere della Sera, ecco perché non c’è nulla di nuovo sul fronte settentrionale. Però, se viene a sapere che il 13 novembre a Napoli sono in programma due manifestazioni (una a Santa Lucia sotto il Palazzo della Regione, che vedrà protagonisti i mercatali, l’altra convocata invece dai centri sociali in piazza del Plebiscito) diventa vitale, per la sua poltrona, arginare con l’esercito, quel branco di briganti che chiedono dignità, rispetto e diritti, mentre il giorno prima (12 novembre) i commercianti, partite iva e artigiani che protestano contro le zone rosse, in Piazza Duomo a Milano, ottengono un incontro con Patuanelli! Quale la differenza con i loro omologhi meridionali? Leggete la parola prima del punto interrogativo, troverete la risposta!

Ai meno sprovveduti il gioco è chiaro: l’obiettivo è il nuovo commissariamento della sanità campana, perché dopo il guaio calabrese, che si spera trovi una soluzione definitiva, ai nostri “fratelli” nordici occorre un nuovo bacino di utenza per tenere in piedi la loro scandalosa (nel senso letterale della parola) sanità.

Il governo usa il pretesto dei dati falsati, ma ancora oggi l’unità di crisi campana riferisce di posti letto in terapia intensiva al 27% (cifra vicina, ma comunque sotto la soglia critica del 30%) e per questo si vuole montare un ospedale da campo in città. Ai meno sprovveduti il gioco è chiaro: l’obiettivo è il nuovo commissariamento della sanità campana, perché dopo il guaio calabrese, che si spera trovi una soluzione definitiva, ai nostri “fratelli” nordici occorre un nuovo bacino di utenza per tenere in piedi la loro scandalosa (nel senso letterale della parola) sanità. E se la Calabria si riprende, bisognerà per forza di cose affossare la Campania! Nulla di nuovo sul fronte meridionale, insomma, mentre in Lombardia Fontana e Gallera ancora fanno il bello e il cattivo tempo. Nella mente del presidente Conte non si è neanche affacciata l’idea di commissariare la sanità lombarda, dopo lo scandalo dei camici, quello dei vaccini e dopo che le inchieste in corso hanno dimostrato come l’ospedale di Alzano fu costretto a riaprire senza che il personale medico sanitario fosse correttamente equipaggiato. Nella mente del Presidente Conte, men che meno, si è fatta largo l’ipotesi di inviare ispettori in Lombardia e in Piemonte per verificarne i dati comunicati, alla luce del fatto che i medici riferiscono del triplo dei ricoveri e del doppio delle terapie intensive e che le aree di Como, Monza e Varese sono allo stremo. Questi numeri, a Roma, preferiscono tenerli riservati per evitare il panico; panico che in Campania, invece, può e deve essere generato affinché si possa dare il seganle. Ma di fronte alla realtà, caro presidente, non c’è allarmismo che tenga. I dati reali, quelli che la Lombardia le fornisce a pizzini, potrebbero, invece, essere utili per comprendere e dare finalmente il vero segnale, quello che il governo non vuole assolutamente dare: chiudere tutto nelle zone rosse e commissariare la sanità lombarda!

De Luca e De Magistris sono i primi (ir)responsabili di questa maledetta situazione. La loro incoerente, insensata, ma interessata litigiosità, ha messo in ginocchio una regione e a repentaglio le vite dei suoi abitanti.

Politicamente e “nordicamente” parlando, la mossa che si sta giocando è chiara: tra i due litiganti il terzo gode. De Luca e De Magistris, infatti, sono i primi (ir)responsabili di questa maledetta situazione. La loro incoerente, insensata, ma interessata litigiosità, ha messo in ginocchio una regione e a repentaglio le vite dei suoi abitanti. E lei, caro presidente, come sempre ossequioso verso il Bonaccini (o il Bonomi, faccia lei) di turno, coglie l’attimo propizio: Carpe Diem! Un barlume di ragionevolezza le avrebbe imposto l’invio in Campania di medici e infermieri per aiutare e coadiuvare il personale in loco; lei, invece, invia l’esercito perché in televisione ha visto il Cardarelli con un morto d’infarto in bagno, ma non i pazienti senza CPAP negli ospedali lombardi e piemontesi. La scommessa è aperta 10 a 1: la sanità campana verrà commissariata e Fontana e Gallera nomineranno il commissario. A quel punto saremo noi a dare il segnale e non permetteremo ulteriori soprusi!

d.A.P.  

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