Le dichiarazioni del ministro dopo la conferenza stato-regioni sono degne della prima repubblica.

Udite, udite: il governo è vicino alla Calabria. Ci sono volute un’alluvione e la scoperta di incapaci da 10 anni alla guida della sanità calabrese per far staccare il ministro Boccia dalla sua poltrona, sulla quale sarebbe rimasto molto volentieri. Esponenti della prima repubblica non avrebbero fatto meglio. Ci si ricorda degli ultimi solo quando si arriva al peggio e, nel caso specifico, il peggio sarebbe stato non racimolare un solo voto alle prossime regionali in Calabria. E allora Boccia ha osato, organizzando addirittura la conferenza stato regioni a Catanzaro. Dare un segnale forte: veniamo ad ingannarvi a casa vostra perché su queste tematiche state pur sicuri, per dirla con Boccia, che il governo c’è.

Il governo c’è, ma se si tratta di Calabria e più in generale di Sud, allora è sempre impegnato da un’altra parte.

Il governo c’è sull’emergenza sanitaria alla quale esso stesso ha contribuito attraverso 10 anni di commissariamento, malaffare e fatture milionarie pagate due o tre volte. Il governo c’è se si tratta di organizzare l’esodo sanitario verso nord, ma non c’è quando il nord presenta il conto da pagare ai calabresi; c’è se occorre inviare forze armate, forze dell’ordine e volontari, ma non c’è se occorre definire il riequilibrio nazionale dei fondi per la sanità, i LEP e dare un calcio nei fondelli a chi si sente in diritto di predicare l’autonomia differenziata solo perché ha fatto un referendum consultivo. Il governo c’è se si tratta di dichiarare che la Calabria merita una sanità più forte, ma resta drammaticamente assente se si tratta di rafforzare le strutture che sono state ridimensionate o riaprire quelle chiuse e in disuso; c’è, se bisogna stanziare un miliardo di euro per il porto di Genova o per risarcire i danni di Venezia, ma mostra le tasche vuote se si tratta di aiutare Crotone o di cacciare un euro per Gioia Tauro (e neanche quello!).

Insomma il governo c’è, ma se si tratta di Calabria e più in generale di Sud, allora è sempre impegnato da un’altra parte. E se l’Europa, come il ministro afferma, ha preso atto che i diritti universali come salute e scuola non potranno mai più essere compromessi da vincoli di bilancio, l’unico a non averne preso atto resta ancora Boccia (e i suoi colleghi).

Il ministro è cosciente della sfiducia e della rabbiosa rassegnazione dei calabresi nei confronti di uno stato italiano che non è in grado di garantire i suoi funzionari sul territorio e chiede di farlo ai contribuenti che lo pagano per quello?

La Calabria e tutto il Sud sono le vittime sacrificate sull’altare del ridimensionamento di un bilancio (che si chiama spesa storica) sempre più sbilanciato a nord il cui malaffare passa in sordina sotto il naso dei premier di turno abituati a sorvolare sulle travi di scandali e ruberie lombarde e ad essere intransigenti con le pagliuzze calabresi in nome della legalità! Scandali e ruberie nel Sud derubato, efficienza e virtuosità nel nord ladro.

Boccia è venuto a chiedere l’aiuto dei calabresi per vigilare, per stare accanto alla magistratura e alle forze dell’ordine, al fine di poter intervenire, sostenere e aiutare la Calabria perbene. Ma il ministro è cosciente della sfiducia e della rabbiosa rassegnazione dei calabresi nei confronti di uno stato italiano che non è in grado di garantire i suoi funzionari sul territorio e chiede di farlo ai contribuenti che lo pagano per quello? Fin dove arriva il paradosso?

Fino a Crotone, dove, osservando i danni dell’alluvione, Boccia ha esaltato lo spirito collaborativo delle protezioni civili di Calabria, Puglia, Campania e Basilicata che hanno fatto un lavoro eccezionale. Certo “Anche questa è l’Italia” signor ministro, ma quella del Sud dove abbiamo accolto pazienti da Bergamo mentre il Veneto rifiutava i lombardi! E questo spirito verrà definitivamente affossato dalla sua legge quadro! Non basta convocare per la prima volta una conferenza stato-regioni in Calabria per dimostrare la presenza di uno stato assente. Ma per lei Parigi val bene una messa!

d.A.P.

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