Il poltronaro foggiano e la contadina brindisina esultano!
Osservando la politica nostrana di queste ore, è facile comprendere come le guerre non si facciano per gli ideali, bensì per i soldi. Alle prese con i fondi europei del Recovery Plan il Mezzogiorno è nel fulcro della battaglia, ma i “nostri” generali sono in realtà delle geishe impegnate ad assecondare le volontà del padrone di turno, pur di non perdere il ruolo di preminenza che hanno acquisito presso questo o quell’esponente del potere.
È in casi come questo che i soggetti come Renzi hanno gioco facile di intenti.
Conte fissa il prezzo della sua permanenza a 15 miliardi e lo paga con i fondi di coesione per il Mezzogiorno. Con i 7 elargiti alla Liguria dalla De Micheli le poltrone del governo Conte bis, per ora, al Sud sono costate già 22 miliardi di quell’inutile 34%
E negli intenti del ricattatore toscano, vi è esclusivamente la volontà di tornare ad essere il rottamatore che fu, negli interessi del Partito Unico del Nord del quale anch’egli è autorevole esponente. Il Recovery Fund è solo l’arma giusta al momento giusto per mettere all’angolo Conte che, non avendo alcuna intenzione (per lo meno non ancora) di essere rottamato, fissa il prezzo della sua permanenza a 15 miliardi e lo paga con i fondi di coesione per il Mezzogiorno. Con i 7 elargiti alla Liguria dalla De Micheli le poltrone del governo Conte bis, per ora, al Sud sono costate già 22 miliardi di quell’inutile 34% (per quel che c’è dato sapere).
Alla drammaticità, per noi, dell’evento fanno da contraltare i toni trionfalistici di Roberto Petrini sulle pagine de La Repubblica: “Ci sono 15 miliardi in più per sanità, lavoro e scuola, qualcosa perderà il Sud, niente sarà tolto alle imprese, mentre lo schema della manovra appena approvata e la distribuzione delle risorse tra vecchi e nuovi progetti resterà quella originaria”. Capito? Qualcosa perderà il Sud, come se finora c’avessero dato chissà quanto stando alla bozza del Piano Nazionale per le Risorse ai Ricchi (PNRR), mentre le imprese vanno in pari e lo schema della manovra, con annessa la distribuzione delle risorse tra vecchi e nuovi progetti, pure. Che in soldoni significa 15 miliardi dirottati da Sud verso sanità, lavoro e scuola a nord (più, ovviamente, la Toscana che ambisce ad esserlo).
Insomma alle minacce di crisi renziane Conte risponde redistribuendo le risorse del Fondo di Coesione su quelle voci di spesa già previste e per le quali il mezzo sigaro toscano riteneva non fossero sufficienti ai suoi propri interessi.
«Contributi utili ad arricchire e migliorare il piano», dice Conte nella perfetta interpretazione dello sconfitto che si adegua alla narrazione dei vinti per paura di perdere una seconda volta!
E per non scontentare nessuno fa 33, 33 e 33! 5 miliardi alla sanità, 5 al lavoro e welfare, 5 all’istruzione e alla ricerca. Neanche il Leonardo di Troisi avrebbe fatto meglio!
Sarebbe lecito però pensare che se li tolgono dal fondo di coesione per il Mezzogiorno, magari in queste tre macrovoci ci sia qualcosa anche per il Sud. Magari che nell’ambito della digitalizzazione si aumentino le risorse per una infrastruttura di rete stabile e veloce…Macché, “l’obiettivo è soprattutto quello di investire la pubblica amministrazione di una rivoluzione informativa: al centro dell’azione l’identità digitale, la firma elettronica, il fascicolo sanitario elettronico”. E da queste parti come le usiamo se non abbiamo connessioni adeguate?
Con i 15 mld, tra gli altri, si pagheranno incentivi e facilitazioni all’economia circolare, le cui industrie di trasformazione sono a nord, e alla mobilità locale sostenibile con la promozione di auto elettriche o alimentate ad idrogeno che al Sud si venderanno tantissimo visto il reddito pro capite e l’ampia rete stradale.
Non disperiamo, su! Magari sono previsti aumenti di risorse a Sud nella voce Economia green. Certo, incentivi e facilitazioni all’economia circolare, le cui industrie di trasformazione sono a nord, e alla mobilità locale sostenibile con la promozione di auto elettriche o alimentate ad idrogeno che al Sud si venderanno tantissimo visto il reddito pro capite e l’ampia rete stradale.
Alla voce Trasporti, che si dice? Sulle ferrovie meglio tacere…abbiamo già visto come l’uccello fratino comandi in Puglia e le rocce calabresi, ma non quelle liguri, impediscano l’alta, ma non l’altra velocità. Per quanto riguarda la messa in sicurezza di strade viadotti e ponti con l’introduzione di moderni sistemi di monitoraggio digitale delle strutture, basti chiedersi dove essi siano e si saprà dove arriveranno i soldi.
Al Sud resterà sicuramente il potenziamento dei programmi professionali per far fronte al forte tasso di abbandono scolastico dell’Italia, che tradotto significa altra manodopera per il nord e mortificazione delle ambizioni di chi invece vuole emergere rimanendo a casa propria, ma non ne ha le possibilità perchè negategli.
I fondi per istruzione e ricerca, poi, saranno sicuramente commisurati alla virtuosità degli atenei di lassù, acquisita come per magia in seguito alla riforma universitaria che tanti giovani meridionali ha fatto emigrare. Al Sud resterà sicuramente il potenziamento dei programmi professionali per far fronte al forte tasso di abbandono scolastico dell’Italia, che tradotto significa altra manodopera per il nord e mortificazione delle ambizioni di chi invece vuole emergere rimanendo a casa propria, ma non ne ha le possibilità perchè negategli. Inoltre le risorse per la ricerca di alto livello andranno dove i centri di ricerca già ci sono…e non è Sud.
Per incentivare l’imprenditoria femminile, invece, verranno potenziati gli asili nido e i servizi per la cura degli anziani. Ma non essendocene abbastanza a Sud, anziché crearli, si potenzieranno quelli del nord, in modo che chi, tra le nostre donne, volesse intraprendere sa già dove andare. E sorvolo sulla formazione continua per i giovani, idea stantia che non ha prodotto ricchezza se non nelle tasche degli enti di formazione.
Allora l’ultima Speranza (anche nel senso del ministro) resta la sanità dove il governo con i 5 miliardi in più punta al rafforzamento del sistema ospedaliero. Adegueranno finalmente il numero di ospedali al territorio, il ché significa più ospedali a Sud. No, perdete ogni Speranza (sempre il ministro), amici; si punta al “rafforzamento” che in italiano non significa “adeguamento” con nuove strutture, ma potenziare l’esistente. E la domanda è sempre quella…e pure la risposta!
C’è da sperare solo che al ricattatore toscano non saltino altri grilli per la testa perché, visto l’andazzo, le geishe al governo non si trasformeranno mai in samurai.
A noi non resta che combattere ad oltranza!
d.A.P.