L’indignazione dell’assessora è pari solo alla sua incompetenza nel difendere sé stessa attraverso la dignità dei cittadini.

Vuole difendere la dignità della Lombardia e dei lombardi, la principessina Moratti, ed è per questo che mai ammetterà che l’errore nella comunicazione dei dati al governo è sua responsabilità, ma anzi ribadirà con fermezza che è il ministro a voler ribaltare la realtà.

Questo ha sostenuto in conferenza stampa la nuova (?) assessora alla sanità lombarda. Effettivamente la Moratti ha tanto da difendere in questa vicenda, ma di certo non la dignità della regione Lombardia, quella l’hanno già svenduta con tutti gli scandali della sanità, né quella dei cittadini lombardi che di dignità ne hanno avuta e ne hanno tanta se sono riusciti a sopportare Fontana, Gallera e ora sor Letizia. L’unico intento della Moratti è difendere, attraverso la millantata dignità, il proprio tornaconto, quindi sé stessa, perché non sia mai detto che una Moratti commetta gli stessi errori di un Gallera qualunque. Lei ha un nome, una reputazione da mantenere perciò non può sbagliare. Quindi necessariamente saranno gli altri a farlo. Punto.

In fondo sarebbero bastate 48 ore, dice sor Letizia, concesse dal ministro per darle il tempo di controllare i dati e sistemare le cose. Ma, di grazia, se i dati erano giusti, cosa avrebbe voluto controllare la Moratti in 48 ore? L’indirizzo Pec del ministero? La sua connessione internet? O forse che un hacker non si fosse introdotto nel suo account facebook? Visto però che le 48 ore non me le hai concesse, allora l’errore è tuo, caro ministro. Comportamento degno delle più capricciose principesse delle favole, il mondo dove vive la Moratti. Perché, in quel mondo, Speranza avrebbe dovuto accettare una simile richiesta per il solo fatto che a fargliela erano la Locombardia e la Moratti stessa!

Ma nel mondo reale, quello dove vivono anche i cittadini lombardi, prorogare di 48 ore la comunicazione, avrebbe creato un precedente pericolosissimo nei confronti delle altre regioni italiane, il quale avrebbe compromesso il tracciamento dei contagi, e quindi tutto il sistema dati nazionale, qualora le altre regioni avrebbero avanzato richieste simili.

Ma ovviamente a sor Letizia questo non importa un fico secco, perché le altre regioni italiane non sono la Locombardia e i loro assessori alla sanità non si chiamano Moratti. Insomma se andate a chiederle il motivo della proroga, potreste sentirvi rispondere “Perché io sò io, e voi non siete un cazzo!”  

d.A.P.

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