“Bisogna passare da un Sud assistito, che rivendica risarcimenti per i torti subiti nel passato, ad un Sud motore dello sviluppo. Le risorse in arrivo sono l’occasione per farlo, senza però rinunciare a sostenere chi è in difficoltà”.

L’onorevole Mara Carfagna si accorge che in Italia esiste un Sud. Ma il Sud concepito dalla ministra è tutto in quel tweet: assistito e recriminatore di risarcimenti per i torti subiti. Il resto sono pensieri di circostanza in politichese come la sua intervista a La Repubblica. Sarebbe il caso, dunque, di rinfrescare la memoria alla ministra soubrette.

Il Sud non è mai stato assistito, bensì costantemente derubato. Di risorse economiche, umane, di scuole, asili, università, ospedali, di infrastrutture, funzionari della pubblica amministrazione, di docenti e personale sanitario.

È tutto scritto nero su bianco nei rapporti annuali Svimez, nei Conti Pubblici Territoriali, nei rapporti del MEF e nei lavori degli economisti più autorevoli partendo da Viesti e finendo a Daniele passando per Malanima. Il Sud inoltre non rivendica alcun risarcimento per i torti subiti, ma a buon diritto chiede, una volta per tutte, che siano definiti i LEP, quei maledetti, e che il fondo perequativo gli sia concesso al 100% e non al 45,8% come stabilito iniquamente, arbitrariamente e subdolamente da Giorgetti.

Queste semplici condizioni, se poste in essere, già da sole contribuirebbero a risollevarne le sorti nel medio periodo. Se poi consideriamo le risorse del Recovery Fund (RF) allora i tempi potrebbero anche accorciarsi.

Non è sufficiente, infatti, menzionare i Fondi strutturali europei, il cofinanziamento e il Fondo nazionale di sviluppo e coesione, misure che al Sud spettano già per legge, per autorizzarla a glissare sul 70% del RF.

E anche in materia di RF, la ministra sembra aver bisogno di una lezione. Non è sufficiente, infatti, menzionare i Fondi strutturali europei, il cofinanziamento e il Fondo nazionale di sviluppo e coesione, misure che al Sud spettano già per legge, per autorizzarla a glissare sul 70% del RF. Le tre misure indicate da sole valgono 150 miliardi, ma sono inserite nel piano Sud 2030 di Provenzano. Sono fondi, cioè, da reperire anno per anno per poi redistribuirle sul territorio. Inoltre Sud 2030 è stato finanziato solo fino al 2023, cioè fino a fine legislatura. Legittimo dunque dubitare del dopo, mentre è del tutto fuorviante, quanto aleatorio, il riferimento ad un fantomatico 50% del RF al quale starebbe lavorando il MEF per finanziare le infrastrutture nel Mezzogiorno.  

Le parole della ministra, però, diventano improvvisamente “ragionevoli” quando si tratta di fare campagna elettorale: “Bisogna restituire ai cittadini di quella metà del Paese pieni diritti costituzionali: alla sanità, all’istruzione, al lavoro e anche alla mobilità. La disparità nei livelli essenziali delle prestazioni, questa sorta di colpa per errata residenza, è una ferita intollerabile per la democrazia”. Dimostra di aver imparato a memoria la poesia, ma di non saper affatto di cosa stia parlando, la ministra, perché i diritti ai quali ella si riferisce sono quelli per i quali il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale si batte dalla sua nascita, mentre l’onorevole Carfagna, in parlamento da 15 anni, per garantire quegli stessi diritti non si è mai prodigata, anzi gli ha votato pure contro.

Dimentica altresì di nominare chi siano gli autori di quei torti per i quali chiediamo giustizia ovvero quei colleghi della Lega Nord per l’indipendenza della padania, con i quali dice di avere un ottimo rapporto e che reputa concreti ed efficienti come i loro amministratori e governatori.

Di più: omette di nominare in compagnia di chi ne ha privato quella parte del Paese e in che modo lo abbia fatto. Dimentica altresì di nominare chi siano gli autori di quei torti per i quali chiediamo giustizia ovvero quei colleghi della Lega Nord per l’indipendenza della padania, con i quali dice di avere un ottimo rapporto e che reputa concreti ed efficienti come i loro amministratori e governatori. Sì, avete letto bene! I governatori e gli amministratori locali della lega, per la Carfagna, sono concreti ed efficienti. Così, in una frazione di millisecondo, crolla tutto il castello di carta ed emergono le reali motivazioni per le quali Mara occupa quel ministero: “ricostruire attorno a questo governo la nostra identità liberale e riformista”. Che tradotto vuol dire riprendersi il posto che gli spetta nella stanza dei bottoni rastrellando voti a Sud con false promesse e fumo negli occhi.

Insomma sembra di sentir parlare Giorgetti, colui che ieri l’altro in Commissione Trasporti, ha affermato che i soldi utilizzati per la coesione territoriale sono sprecati.

Stanti le premesse, staremo a vedere la super ministra soubrette quanto riuscirà a spillare all’ingordo varesotto.

d.A.P.

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