Al Sud destinato meno del 34%. E la toppa della ministra, affidata ad un tweet, è peggio del buco.
Non ci si crede che siano stati parlamentari del PD a smascherare l’iniquità dell’operato della Carfagna che, in linea con quanto richiesto dai suoi amici del Partito Unico del Nord (PUN), non arriva ad assegnare al Mezzogiorno neanche il 34% del Recovery Fund. L’affondo arriva dal vicepresidente del gruppo Pd a Montecitorio, Piero De Luca che, con Pietro Navarra e Ubaldo Pagano, svelano il trucco. Nel 40% annunciato dalla ministra, infatti, sono ricompresi anche più di 21 miliardi del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) che dovrebbero essere a carattere aggiuntivo e non sostitutivo del programma Next Generation Eu (NGEU).
Di più! Esse sono risorse da destinare al Mezzogiorno nella misura dell’80%. Doppia beffa, dunque, visto che non solo i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono nettamente inferiori a quel 40% che riempie di gioia la Carfagna (e solo lei), ma i FSC non sfiorano neanche quell’80% previsto dalla legge.
Di più! Se si vanno a leggere tra le righe le opere da realizzare a Mezzogiorno, si scopre che si tratta di cantieri già in essere e finanziati con i fondi pubblici ad esso riservati. Su tutti la Napoli-Bari e la Palermo-Catania-Messina. Il che significa ulteriore distrazione di fondi pubblici riservati a Sud verso altri lidi (i soliti), che vengono soppiantati da quelli NGEU. Mentre l’opera principale immediatamente cantierabile, il ponte sullo stretto, resta una chimera.
Tant’è la ministra corre subito ai ripari e su twitter scrive: “Voglio chiarire ogni dubbio: al Sud arriverà il 40% netto del Pnrr. Le risorse del Fondo Sviluppo Coesione serviranno solo come anticipo, saranno restituite man mano che l’Ue verserà i fondi, per essere pienamente dedicate alle politiche di coesione nazionale e regionale”. La toppa peggio del buco. Bisogna sempre complicare le cose a Sud per renderle semplici a nord! La Carfagna, infatti, in un impeccabile politichese egregiamente appreso dai suoi svariati mentori, ci sta dicendo che per ora il PNRR ce lo possiamo dimenticare perché destinato a nord da dove invece sono ben contenti di assicurarci qualche spicciolo in più dei FSC. In cambio però loro si riprendono i soldi stanziati per le opere già in corso che verranno continuate con il resto delle briciole del PNRR, quando arriverà. In soldoni loro ripartono con i nostri soldi, noi al solito annaspiamo aspettando le successive tranches del RF.
Capisco che ai più può risultare un discorso confusionario, ma tale confusione rispecchia pienamente quella che ha in testa la signora ministro che dimostra ancora una volta, e semmai ce ne fosse stato ulteriore conferma, di essere totalmente inadeguata alla carica che ricopre, ragion per la quale la ricopre.
Tuttavia fare confusione, amici, è ciò che permette alle lobbies e ai potentati nordici di fare ciò che vogliono dove vogliono. E finché avremo simili rappresentati al governo sarà come combattere con le fionde contro i panzer! I meridionali, dal parlamentare al contadino, si devono svegliare, fare massa critica e ricorrere ad estremi rimedi, se necessario, nei confronti di un governo golpista che lavora per sé stesso e peri propri accoliti in una visione provinciale e provincialesca di un paese che potrebbe andare in Europa a testa alta. Equità o da soli!
d.A.P.