La Carfagna vuole un nuovo approccio politico e culturale alla ricostruzione del mezzogiorno, ma finisce per arrampicarsi sugli specchi.
“Alla vigilia della presentazione del PNRR italiano torno sul Capitolo Sud in nome di due principi: la trasparenza che dobbiamo a venti milioni di meridionali e la necessità di un nuovo approccio politico e culturale alla ricostruzione del Mezzogiorno”. Esordisce in questo modo la ministra Carfagna nel suo post su Facebook nel quale invoca trasparenza per il suo operato. E dunque trasparenza sia, signora ministro! Il React-Eu è una delle misure del Netx Generation EU (NGEU). Quest’ultimo prevede, in totale, lo stanziamento di 750 miliardi di euro attraverso molteplici interventi tra i quali il più rilevante è il Dispositivo Europeo per la Ripresa e Resilienza (dal quale derivano i singoli piani nazionali) che ne prevede ben 672,5. È tutto scritto sul sito dell’Unione Europea dove potrà trovare anche le altre misure e i rispettivi finanziamenti fino a 750 miliardi.
La ministra per il Mezzogiorno predica trasparenza, ma il gioco che conduce è un burlesco vedo non vedo nella migliore tradizione delle veline di Striscia.
Nel dettaglio il React-Eu prevede finanziamenti per 47,5 miliardi dei quali 13,5 sono destinati all’Italia. Essi saranno erogati nel periodo 2021-2022 nel quadro, cioè nell’ambito, di NGEU e sono quindi inclusi nei 209 totali. Ragion per cui trasparenza vuole che i criteri di riparto del NGEU siano gli stessi anche per React-EU. Eppure, stando a quanto dichiarato nel suo post, 8,5 miliardi di euro, destinati a Sud su 13,5, fanno poco più del 60%, cioè 10% in meno di quanto previsto dall’Europa.
Ma la domanda principale, seguendo sempre il principio di trasparenza da lei evocato, è la seguente: se, come lei sostiene, a Mezzogiorno i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) vengono solo anticipati dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) per poi essere restituiti (con quali tempi e modalità non è dato sapere), dove finiranno le prime tranches del NGEU? E in che percentuale? È lecito supporre che esse andranno a nord nella misura del 100%? E secondo quali criteri? Vede, signora ministro, lei predica trasparenza, ma il gioco che conduce è un burlesco vedo non vedo nella migliore tradizione delle veline di Striscia. Con abile propaganda (Stati Generali, prima, Rete Recovery Sud poi) si è mostrata disponibile ad ascoltare ciò che le competenze e le amministrazioni meridionali avevano da dirle, per poi far finta di niente e proseguire per la sua (?) strada, cioè quella tracciatale dai suoi compari di merenda del Partito Unico del Nord (PUN). Ma la sua (?), è una strategia che conosciamo bene, ormai, e la puzza di fregatura la sentiamo da lontano.
Se per Carfagna il tempo del “benaltrismo” è terminato, quel “certo meridionalismo” al quale si riferisce e del quale la ministra non conosce una virgola, ha decretato il “qualcosismo” morto da un pezzo.
Inoltre, signora ministro, se è tanto certa del fatto che il “benaltrismo” caratterizza quello che lei chiama “un certo meridionalismo” e che inoltre esso giustifichi le inefficienze di generazioni politiche a Sud, noi affermiamo con altrettanta certezza che è il “qualcosismo”, filosofia della quale lei è valida esponente, ad aver rovinato il Mezzogiorno e le sue pur volenterose amministrazioni locali che in nome del motto “qualcosistico” “inizia a prendere questo e poi si vedrà” hanno fatto ciò che hanno potuto. Ben poco! Ebbene, se il tempo del “benaltrismo” per lei è terminato, quel “certo meridionalismo” del quale lei non conosce una virgola, ha decretato il “qualcosismo” morto da un pezzo. Vogliamo e pretendiamo quel che ci spetta!
Del resto lo ammette anche lei nel suo post quando dice che “è vero che un anno fa, quando l’Europa varò l’operazione del NGEU, la suddivisione dei fondi tra gli Stati fu decisa in base a un algoritmo che valorizzava i dati del Pil, del numero degli abitanti e della disoccupazione. È vero che quel principio, se fosse stato adottato a livello nazionale per dividere i fondi tra Nord e Sud, avrebbe premiato il Sud con una quota superiore al 60%”. Finalmente un po’ di trasparenza, era ora!
In questo gioco lei, ministra, ovviamente obbedisce ai dettami del regime i quali la portano a ritenere più facile, per la sua poltrona e tornaconto, addossare le responsabilità del misfatto ad altri, piuttosto che assumersi le sue.
Tuttavia, quel riparto non è stato preso in considerazione, sempre lei a dirlo, perché il governo precedente non l’ha ritenuto di proprio gradimento. E lei, che badi bene ricopre la carica di Ministro per il Mezzogiorno, ha ritenuto opportuno non modificare di una virgola quell’operato poiché decretato e voluto dalle stesse lobbies e potentati che tenevano in scacco il governo precedente e che ora, dopo un abile golpe, comandano direttamente i giochi. E in questo gioco lei, ovviamente, obbedisce ai dettami del regime che la portano a ritenere più facile, per la sua poltrona e tornaconto, addossare le responsabilità del misfatto ad altri, piuttosto che assumersi le sue.
Lei si vanta di aver costruito un piano Sud in otto settimane e poi tenta di propinarci la favoletta di non aver potuto modificare il riparto del NGEU perché già redatto dal governo precedente. Ma con chi crede di avere a che fare? Ciarla di trasparenza e concretezza nei confronti del Mezzogiorno quando la sua considerazione per il Sud e per la sua gente è tutta il quell’iniquo 40% (che come dimostrato è poco più del 30%). Una percentuale che vuol far passare alla storia come una conquista, mentre è una colossale truffa che grida vendetta. Una presa in giro nei confronti di 20 milioni di persone così come lo è il suo banale tentativo di giustificarsi rivoltando la frittata. Faccia un favore alla gente del meridione: si dimetta! E tanti saluti.
d.A.P.