Ma il Sud rinasce dalle ceneri di pochi coraggiosi.

Mentre vi scrivo in Senato sono in corso le comunicazioni del presidente del consiglio in merito al PNRR e la camera ha già espresso il suo voto favorevole. Il tutto tra discorsi ipocriti, di facciata e colmi di pregiudizi nei confronti del Mezzogiorno. Eviterò di riportarvi dell’alt(r)a velocità di Draghi o delle idiozie proferite dalla Bonino, o ancora dell’operetta burlesca messa in scena da Dario Stefano degna del miglior copia incolla di un tesista alle prime armi. Sarebbero parole sprecate e mi restano già poche battute.

Quel che è certo è che oggi l’Italia firma la sua condanna a morte. Più volte nelle aule di camera e senato si è abusato del motto “Se cresce il Sud, cresce l’Italia”. Un abuso che sa di sberleffo, di presa in giro nei miei e nei vostri confronti e di tutti coloro che abbiano un po’ di sale in zucca.

Più volte abbiamo riportato i criteri da adottare per il riparto del Recovery Fund (per la verità poche mosche bianche tra senatori e deputati lo hanno ribadito nelle aule del governo) eppure per far ripartire il Sud gli è stato assegnato il 26,64% al netto di quel fenomeno che abbiamo imparato a conoscere con il nome di interdipendenza economica. E qualcuno, tra ministri e partiti i cui membri siedono dove siedono perché votati a Sud, pretendeva anche che festeggiassimo, pronti con la canna da pesca in mano, magnanimamente elargitaci, per andare a pescare.

Ebbene noi pescheremo, eccome se lo faremo. Pescheremo tra quei deputati e senatori che con coscienza e con coraggio avranno votato contro questo furto; pescheremo tra i giovani appassionati ed affezionati alla propria terra che daranno ulteriore forza al nostro ideale di equità; pescheremo tra i 500 sindaci che intanto saranno diventati mille, duemila e ancor di più per dare sempre maggior voce ai nostri diritti. Perché, tra gli sberleffi e i pregiudizi, agli onorevoli senatori e deputati servi del dio nordico è sfuggita una cosa fondamentale: oggi in parlamento l’Italia è morta tra gli applausi.

Oggi nasce il Sud, nasce con una nuova coscienza, con rinnovata forza. E chi c’è, c’è, mentre di chi non c’è ce ne ricorderemo alla resa dei conti.

d.A.P.

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