Informazione e regime coloniale a braccetto nel confondere i meridionali per derubarli delle loro risorse.
Tra i collegati alla NADEF è di nuovo presente il furto legalizzato dell’autonomia differenziata, lo abbiamo capito e verificato un po’ tutti.
Tuttavia, in fatto di furti, al governo sono organizzatissimi anche sui fondi del Pnrr. Con la complicità -voluta o meno non importa- della stampa, in particolare quella meridionale, che in tutti i modi tenta di dare forme e giustificazioni diverse quanto improbabili al latrocinio in corso. La tecnica è sempre la stessa: il titolo dell’articolo ti fa capire una cosa che poi, tra le righe, cambia completamente i suoi connotati di significato. Che è poi la tecnica della propaganda coloniale del governo, il quale annuncia fiumi di denaro al Sud e poi glieli toglie con i “trucchetti” all’interno delle formule di assegnazione.
Tuttavia, per non rimanere nel vago, voglio riportarvi e condividere con voi quello che scriveva ieri Il Mattino (quotidiano campano con direttore torinese ed editore romano) in merito alla vicenda asili alla vigilia dei nuovi bandi di novembre.
In prima pagina troviamo il titolo “I primi fondi al Sud per scuole e periferie” e più in basso “Asili, corretti i criteri a favore del nord”. Tre sono le chiavi di lettura: il lettore sprovveduto, che non andrà a leggersi l’articolo, capisce che stanno arrivando valanghe di soldi per la scuola; quello medio, che magari è anche al corrente della vicenda dei cofinanziamenti, capirà che la correzione dei criteri di riparto ha provveduto ad eliminare quella variabile; il lettore attento, invece, sfoglierà il giornale fino alla pagina dell’articolo e troverà un altro titolo “Pronti i fondi aggiuntivi” e più in basso “Il governo si è impegnato a correggere i criteri che penalizzano il Mezzogiorno“. E al lettore attento cominciano a sorgere dubbi e si domanda: ma allora non li hanno ancora corretti…e cosa sarebbero questi fondi aggiuntivi e da dove provengono?
Già, perché l’aggettivo “aggiuntivi” di per sé prevede che tu abbia ricevuto ciò che ti spettava, ma non essendo esso sufficiente, vengono aggiunte, alle precedenti, altre risorse. Quindi sta passando la notizia che siamo un pozzo senza fondo, nel quale si versano soldi che vanno persi. Né più e né meno la narrazione ultrasecolare che in Italia si fa del Sud. In secondo luogo scopriamo che, a differenza di quanto riportato in prima pagina, i criteri non sono stati corretti, bensì il governo si è “impegnato” a farlo. Come?
Per comprenderlo, il lettore attento leggerà l’articolo e alla fine dello stesso (se non si è stancato prima) capirà il “come” spiegato niente poco di meno che dalla Carfagna: la cabina di regia “ha convenuto di analizzare la destinazione delle risorse per capire quanto è andato a ogni singola regione meridionale. Se le quote risulteranno inferiori, saranno compensate da future assegnazioni”. Traduzione per il lettore attento: non vedremo il becco di un quattrino!
È acclarato e dimostrato come la variabile cofinanziamento abbia alterato le assegnazioni sul primo bando asili, eppure non si legge da nessuna parte che il governo abbia intenzione di eliminarla, cioè “correggere” la causa che determina l’effetto. Si limita piuttosto ad una ricognizione -per la quale, al solito, non è dato sapere i tempi- che determini quanto sia stato assegnato e se ci sia ancora da assegnare alle regioni del Sud.
Intanto i bandi partono a novembre, con lo stesso criterio di valutazione truffaldino, ma tranquilli c’è la Carfagna ed “eventualmente” per il Sud ci saranno fondi “aggiuntivi”. L’importante e che le scuole si facciano a Nord, perché tra un po’ l’istruzione -materia concorrente- sarà di competenza regionale e non sia mai detto che Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, nella loro efficienza, si trovino impreparate a gestirla.
d.A.P.