di Rossella Solombrino*

Se ci tenete tanto a ricordarci che Napoli è al penultimo posto per qualità della vita ricordateci anche il motivo per il quale un Napoletano non vale niente per lo Stato italiano. 
Ogni anno, puntuale come la domanda incubo della zia al cenone di Natale “ma quando ti sposi” arriva la classifica delle città per qualità della vita. 
E, come se ormai ci fossimo abituati, Napoli è sempre più in basso, quasi a sottintendere che per qualcuno siamo meno capaci, meno bravi. In realtà il meccanismo disinformativo è molto semplice: ti ricordo che sei in basso ed evito di dirti il perché. 
Il perché noi però lo conosciamo bene, sappiamo benissimo che se confrontassimo i conti pubblici territoriali, l’unico ente accreditato per comprendere quanto lo Stato italiano spende per i propri cittadini a livello regionale, capiremmo facilmente che il Napoletano per il governo italiano non conta nulla. 

  • Non conta nulla quando si paragona la spesa totale pro-capite napoletana rispetto ad un cittadino di Parma o Milano (in alto nella classifica per qualità della vita). 
  • Non conta nulla quando i governi decidono di investire al nord derubando il Sud di una spesa corrente pari 840 miliardi in meno in 17 anni (certificato da Svimez, Eurispes e BANKITALIA …sempre se non ve ne foste resi conto cercando di raggiungere una qualsiasi città del sud nel regionale di 50 anni fa). 
  • Eppure è da questo che dipende la capacità di creare impresa, lavoro e reddito pro-capite. È grazie a questo che si riduce emigrazione e disoccupazione, quelle variabili per definire la qualità della vita 
  • Non conta nulla quando si decide di finanziare i comuni basandosi sulla spesa storica o di utilizzare il “metodo cofinanziamento” per i bandi del Pnrr. Che sta a significare che più hai e più ti do, continuando a penalizzare Napoli o Crotone rispetto a Milano e Parma. 
  • Non conta nulla quando si decide di destinare fondi nati per il Sud al nord, come con il PNRR, derubando il meridione di circa 90 miliardi nella totale paraculagine informativa, evitando ad esempio di dire che quanto spetterebbe al Sud è il 70% e che il 40% destinatogli in realtà è il 10 se si leggono bene le carte (come blatera la Carfagna) e soprattutto se si considerano le modalità di erogazione: bandi truccati dai cofinanziamenti, penalizzanti e inclusivi di fondi già spettanti al Sud, come quello di sviluppo e coesione. 
  • Non conta nulla quando si certifica con un genocidio di massa che un Napoletano può morire e un Milanese può vivere. Perché grazie al federalismo fiscale senza applicazione dei LEA, per il Napoletano il diritto alla salute non è garantito, ma vale la regola ti diamo 300 milioni in meno all’anno e se ti ammali e muori pazienza. 
  • Non conta nulla nemmeno quando i Napoletani vanno al voto esprimendo una preferenza verso un candidato che ha promesso un PATTO PER NAPOLI INESISTENTE con tanto di sfilza di ministri menestrelli e paraculi venuti da noi solo per prenderci in giro e continuare a derubarci. 

Ecco, ora che ci avete ricordato che siamo in basso per qualità della vita, ricordateci anche il perché dovremmo considerarci, in paese così ingiusto, cittadini italiani.

*Movimento 24 Agosto Equità Territoriale

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