Il titolo di questo articolo, pensiero del filosofo George Santayana, ben si adatta alla partita di venerdì sera; e non solo. Si adatta perfettamente a tutti coloro che tifano per il nemico pur essendo del Sud o, peggio ancora, Napoletani; si adatta ancora meglio per quei tifosi napoletani che vedono sempre il bicchiere mezzo pieno e calza a pennello, infine, per il presidente De Laurentiis!
Cominciamo dal campo: in cinque partite che ci ha incontrato da avversari, il soggetto innominabile ci ha fatto cinque reti. E la nostra difesa sembra volergli far godere questo momento (per lui di rivalsa) ogni volta che lo incontra. Se poi consideriamo l’atteggiamento senza riguardo né rispetto avuto dal soggetto in questione nei confronti dei suoi ex compagni di squadra e del presidente, come già accaduto in passato, mi meraviglio che nessuno tra stampa e federazione l’abbia censurato. Scommettiamo che a parti invertite polemiche e moralismi si sarebbero sprecati? Spero che la storia non si ripeta a Torino nel girone di ritorno, anche perché da un buzzurro sottoacculturato di un argentino scarto del Real Madrid, rigenerato a Napoli e amato dalla città che da lui stesso è stata tradita proprio come dagli ufficiali borbonici di Francesco II, io non tollero un tale comportamento. Se fossi stato un calciatore del Napoli l’avrei preso a calci nel culo e me ne sarei andato sotto la doccia.
Ovvio che i nostri “compatrioti” tifosi dell’oppressore non la pensino così. Tuttavia a loro voglio dire questo: voi siete l’ultimo retaggio dell’opera di piemontesizzazione del Regno delle due Sicilie. Siete il segno tangibile e vivente del fatto che da 156 anni il Sud è subdolamente e continuamente conquistato sia a livello sociale che culturale dalle false cortesie piemontesi prima e italiane poi. Vi danno un osso per tenervi buoni a rosicchiarlo e vi fanno perdere il meglio. L’opera di sradicamento dalla cultura e dalle origini perpetrata ai danni del nostro popolo in questi secoli, vi ha portato a dovervi assoggettare completamente all’usurpatore per avere la soddisfazione, in questo caso sportiva, ma il discorso abbraccia tutto lo scibile in materia, di poter vincere; senza accorgervi che i vinti siete voi. Siete voi perché avete tradito voi stessi, il vostro popolo, la vostra cultura, le vostre nobili origini, la vostra appartenenza, la vostra stessa essenza. Siete voi perché avete rinunciato a voi stessi!
Ai tifosi napoletani dal bicchiere sempre mezzo pieno vorrei augurare di sbagliarmi, ma i presupposti di venerdì sera fanno presagire che neanche quest’anno la nostra squadra vincerà il campionato. Vedete, cari amici, a me non basta il bel gioco o il dominio territoriale se poi quando è il momento di cacciare gli attributi, tutti battono la fiacca. E’ un film già visto troppe volte. Occorrono uomini impavidi che davanti alle difficoltà non restino in balìa delle onde. Occorrono uomini intelligenti che sappiano interpretare i momenti di una partita; occorrono anche campioni!
E qui veniamo al sig. De Laurentiis. Vede presidente, io non so come lei la pensi, ma alla fine dei conti il Napoli, in questi anni in cui è stato ai vertici del campionato italiano, per suo merito innegabile, ha sempre avuto un minimo comune denominatore: è mancato nel momento di fare il salto di qualità. E’ accaduto con Mazzarri, con Benitez e la storia si ripete con Sarri. Perché? La coperta corta! Mai come adesso. Ieri sera Insigne ha giocato con un’infiammazione al pube e Mario Rui era al 50% con Maggio che, poverino, ha già dato tutto e Mertens, Callejon e Albiol che se non sono al limite poco ci manca. Se a loro aggiungiamo Milik e Ghoulam, fuori dai giochi, la domanda è: era proprio necessario cedere Strinic e Zapata? Badi bene non parlo di Pavoletti. Lui doveva andare. Tuttavia lei ha ceduto Strinic sano e arruolato per acquistare Rui fuori forma e reduce da un grave infortunio. Ha ceduto Zapata e Pavoletti per non acquistare nessuno! Mi dirà che gli infortuni di Ghoulam e Milik non erano in preventivo e io le risponderò che certi preventivi è necessario farli se si vogliono avere più opzioni per sopperire agli imprevisti in agguato. Una squadra che dice di essere grande o vuole esserlo, non può permettersi uomini contati nei ruoli nevralgici del gioco del proprio allenatore. E soprattutto non può prendere Inglese a gennaio, rischiando un’altra operazione Pavoletti! Un ottimo esempio di rose sono Inter, Roma e gli stessi non colorati. E non mi parli di fatturato, signor presidente. Ognuno fa fuoco con la legna che ha e il fatto che siano andati via da Napoli fior fiore di calciatori e di allenatori (a proposito il prossimo è Sarri? E chi prenderà al suo posto? Giampaolo? Con tutto il rispetto.) è sintomatico di qualcosa che non va, vuoi per imperizia, vuoi per inesperienza, all’interno della dirigenza; che poi dirigenza non è. Il Napoli è un’impresa a conduzione familiare, non una grande azienda; e quando capita l’occasione di farla divenire tale lei, caro presidente, è il primo a tirarsi indietro. Perché? Perché, ad esempio, non inserisce nello staff dirigenziale un amministratore delegato, un direttore generale e un direttore sportivo con pieni poteri ai quali affidare un budget per acquistare calciatori all’unisono con il tecnico, senza interferire nel loro operato? Ha paura di non essere più il padre padrone? Vede a volte per possedere veramente qualcosa bisogna un po’ perderla! Se non capisce questo, caro presidente, se non si rende conto in fretta della storia che sta per ripetersi di nuovo per l’ennesimo anno, allora sarà condannato a riviverla in eterno! Un po’ come i suoi cine-panettoni tutti uguali. O forse è proprio questo che lei vuole? Attrarre il pubblico per farlo assistere ad uno spettacolo fine a sé stesso senza prospettive né aspettative. Il Napoli non deve essere un film già visto caro presidente e se lei davvero ha in mente questo per la squadra e per la città, allora accolga il mio invito e lasci. Qualcuno che alla città e alla squadra ci tiene molto più di lei arriverà, non dubiti! Lo faccia per Napoli stessa che lei dice di amare tanto! Altrimenti a gennaio vada sul mercato e porti a Napoli certezze e non prospettive!
d.A.P.