L’ultima frontiera del giornalismo si chiama “agente provocatore”. Sì proprio quello usato per l’inchiesta “Bloody Money” di Fanpage. Ne avete sentito parlare no? I giudizi circa i pro e i contro, relativamente al metodo adottato, si sono sprecati. E il tempo trascorso, neanche tanto, ha rimesso a tacere tutte le polemiche. Eh sì, perché in Italia ormai siamo diventati tutti sensazionalisti: amiamo le emozioni forti, quelle che per un attimo ci fanno imprecare, bestemmiare, mettere alla gogna personaggi più o meno famosi coinvolti nel caso mediatico di turno. Siamo sempre alla ricerca di una nuova tangentopoli, la madre di tutte le inchieste sensazionali! Basta poco, al giorno d’oggi, per scatenare il pubblico ludibrio e l’ira dei perbenisti ad ogni costo. E chi scatena queste reazioni nella comune massa, sono, manco a dirlo, i comunissimi mezzi di informazione di massa: giornali (cartacei o on line) le tv, le radio etc. L’altra sera, guardavo per caso “Striscia la Notizia” che mandava un servizio girato a Castelvolturno nel quale si vedeva un furgoncino con a bordo due complici dell’inviato Abete, girare per il paese e chiedere ai passanti dove poter “buttare” la carcassa di un frigorifero in disuso che trasportavano. E tutti, dal padre di famiglia con bambino per mano al vecchietto che passeggiava per la strada, rispondevano che c’era tanta terra lì intorno che poteva fare al caso loro, ma di stare attenti alle forze dell’ordine. La scena si ripeteva per quattro cinque volte finché la domanda veniva posta a due operai edili i quali gli rispondevano di stoccare il materiale all’isola ecologica perché gratis. E giù con gli applausi…. Di fronte a tanta sfrontatezza non ho potuto fare altro che ridere, perché anche a un profano salterebbe agli occhi la montatura o, se volete, il pessimo montaggio dello sketch. Una favola in pieno stile Esopo o Fedro con tanto di morale finale. Prima i cattivi che ti dicono di fare del male, poi i buoni che ti fanno redimere. Ma davvero Ricci crede che la sua audience sia così stupida, oppure è proprio perché il programma si rivolge a quella tipologia di pubblico che certe cose vengono fatte passare in televisione. La domanda, ovviamente è retorica. Solo un individuo senza giudizio e del tutto mancante di sale in zucca può ritenere veritiero il servizio di Striscia. E la vicenda Fanpage non fa altro che porre la questione ad un livello leggermente più alto, essendo i fatti più complessi: l’incipit delle quattro parti dell’inchiesta Bloody Money (potete guardarla anche su yuotube), introduce sempre l’“agente provocatore” Nunzio Perrella che ci racconta molto in breve la sua storia: ex boss della camorra con 21 anni di carcere sulle spalle, una volta fuori si è offerto allo stato per infiltrarsi e smascherare la corruzione della classe politica che gestisce lo smaltimento dei rifiuti; tuttavia mentre lo stato ha gentilmente declinato l’offerta (chiaramente per non darsi la zappa sui piedi), la testata on-line campana ha accettato i suoi servigi. E così da cinque mesi a questa parte hanno girato l’Italia alla ricerca di corruzione istituzionale e non, in materia. E l’hanno trovata, senza ombra di dubbio; e tuttavia dubbi non c’erano circa la sua esistenza; in tutta la penisola! Partite, chiaramente, le inchieste della procura sui personaggi coinvolti, da De Luca jr. a Passariello passando per SMA, ciò che contesto a Fanpage, ripetendo un refrain che dura da vent’anni, è la tempistica. Da tangentopoli in poi, tutte le vigilie delle tornate elettorali sono state caratterizzate da avvisi di garanzia e inchieste giudiziarie su candidati dell’una o dell’altra fazione. Anche questo indirizza il voto, caro direttore Piccinini, soprattutto in campagna elettorale. Lei indirettamente e inconsapevolmente, si spera, ha fatto propaganda elettorale. Avrebbe potuto attendere il 5 marzo per pubblicare la sua inchiesta, gli esiti della quale sarebbero stati gli stessi: indagini ed inchieste da parte della procura nonché dimissioni dagli incarichi in capo agli interessati. E gli elettori che avessero votato i soggetti indagati, avrebbero afferrato maggiormente il concetto: avrebbero capito di aver gettato alle ortiche il loro voto e non avrebbero sicuramente ripetuto lo stesso errore due volte. Il post a volte, ed in questo caso sicuramente, avrebbe sortito maggior effetto dell’ante. L’ante, infatti, ha semplicemente esasperato gli animi di coloro che, magari ancora indecisi sul voto, giudicano, a ragion veduta, la sua inchiesta come l’ennesima ricerca di sensazionalismo e visibilità. Senza considerare il fatto che Perrella di certo non si è offerto a lei per amor patrio. L’avrà sicuramente compensato in qualche modo; e a che titolo? Perché non pubblica la fattura?
Manca davvero tanto, purtroppo, a questo paese diviso, il vero giornalismo d’inchiesta, per il quale grandi giornalisti hanno dato la vita a partire da Siani, passando per Spampinato, Impastato, Rostagno, Fava e ultimo della lista il giornalista slovacco Jan Kuciak. Oggi basta mettersi una telecamera addosso (ben nascosta mi raccomando) stile Le Iene e pubblicare il video in rete ed il gioco è fatto. Ma questo è sputtanamento, non è giornalismo. A quali conclusioni siete giunti, direttore? A dimostrare che i politici italiani sono corrotti? Ma lo sapevamo già! l’Italia stessa è nata dalla corruzione e quella odierna ne è il semplice retaggio storico! Lo scopo al quale miravano Siani, Kuciak e gli altri, invece, per il quale hanno pagato con la vita e che il vostro sensazionalismo non vi fa ricercare, vuoi per meschinità vuoi per audience, era smascherare chi sta dietro di loro! Le domande da porsi in questa vicenda infatti, sono molto semplici: chi è che pilota i politici corrotti? Di chi sono le aziende di smaltimento alle quali vengono aggiudicati gli appalti senza gare a causa dell’emergenza e che poi sversano nei campi coltivati le porcherie più immonde? E soprattutto perché la legge italiana in materia permette simili procedure senza un briciolo di controlli? Non sarà perché i politici corrotti sono solo la punta di un iceberg? Tutti coloro che si sono avvicinati a scoprire la verità sui rapporti Stato-Mafia sono stati sistematicamente eliminati: anche uomini dello stato stesso sono stati sacrificati affinché la verità non emergesse.
Eppure se il paese è contento così, se la popolazione, il popolo si accontenta di vivere delle briciole e non si pone le giuste domande sui fatti che accadono, vuol dire che i governanti che si merita sono quelli del video di Fanpage e che l’unico giornalismo che si merita è quello che propone argomenti senza giudizio e che giudizio da parte del fruitore non chiedono, riducendolo ad un semplice ricettore di nozioni.
d.A.P.